In una mattina di gennaio 2024, i Carabinieri della Stazione di Rizziconi intervenivano a seguito di una telefonata che segnalava una truffa consumata ai danni di una signora di oltre settanta anni. A chiamare era la figlia della vittima che, resasi conto della terribile situazione nella quale si trovava la madre, aveva deciso di affidarla all’Arma dei Carabinieri. Giunti in casa della donna, la vicenda che si rappresentava davanti agli occhi degli operatori era chiara: l’anziana aveva subito una truffa a seguito di una chiamata da parte di un sedicente Carabiniere e di altrettanto sedicente Avvocato. Il truffatore dall’altra parte della cornetta, infatti, avrebbe raccontato alla vittima che la propria figlia, a seguito di un grave incidente stradale da lei causato, aveva cagionato gravi lesioni nei confronti di una donna che ora versava in gravissime condizioni sanitarie. L’”avvocato”, suggeriva perciò all’anziana di rimediare all’accaduto, per non ricadere in ripercussioni legali, pagando una multa di 3380 euro, specificando che il versamento sarebbe potuto avvenire in contanti o anche tramite la consegna di monili d’oro. La donna, inizialmente confusa da questa prima telefonata, ne riceveva poco dopo una seconda da parte di un uomo che si qualificava come “il Maresciallo di Gioia Tauro”. Il sedicente Carabiniere rassicurava la signora, tranquillizzandola che la figlia stesse bene, e confermava all’anziana la necessità di consegnare la somma di denaro. Convintasi dopo la chiamata del “Maresciallo”, la vittima decideva dunque di consegnare diversi monili preziosi. Mantenuta in collegamento tramite telefono, la signora veniva raggiunta davanti la propria abitazione da una donna, spacciatasi come “addetta al recupero del debito”, e consegnava i suoi beni per un totale di oltre mezzo chilo di oro. Dopo aver messo mano alla refurtiva, la sedicente dottoressa si allontanava in macchina. Solo dopo aver chiamato la propria figlia, l’anziana signora si rendeva conto di essere stata oggetto di una truffa e venivano contattate le forze dell’ordine. Successivamente, dopo una certosina attività d’indagine, i Carabinieri della Stazione di Rizziconi sono riusciti a districare la complessa sequenza di eventi che ha portato alla realizzazione del quadro criminale, deferendo una donna campana riconosciuta come autrice materiale del reato. Questi tipi di reati, facendo leva sul senso di fiducia che l’Arma dei Carabinieri promana alla popolazione, approfitta di questa sicurezza per convincere le vittime più deboli a consegnare beni e altre utilità. Un modus operandi già noto alle forze di polizia che, per anticipare il fenomeno, organizza frequentemente incontri per sensibilizzare sul tema le fasce più vulnerabili a questo tipo di fenomeni, perché una società più consapevole è una società maggiormente in grado di difendersi e di riconoscere il bene dal male. L’Arma dei Carabinieri, da sempre dalla parte del cittadino, continuerà nella sua opera di difesa della popolazione, sia reprimendo i reati, sia prevenendo forme subdole di reato come quella qui descritta. Il procedimento è attualmente pendente in fase di indagini preliminari e l’effettiva responsabilità dell’indagata sarà vagliata nel corso del successivo processo.