Kermesse, nata con l’obiettivo di rendere omaggio alle più importanti espressioni artistiche del territorio.
Protagonista della III° Edizione : Giuseppe Fata “Il Genio dell’Arte sulla testa”.
Cosimo Allera artista di fama internazionale, dopo aver dato il benvenuto al numeroso, attento e qualificato pubblico presente; ha ringraziato i Consulenti Finanziari di Banca Mediolanum che offrono l’opportunità di far conoscere le eccellenze calabresi, e subito dopo ha presentato Giuseppe Fata, uno dei massimi rappresentanti della moda italiana nel mondo.
La sua opera artistica rappresenta una meravigliosa fusione tra pittura e moda che prende la forma di sculture copricapo meravigliose in cui design e innovazione sono sempre presenti.
La critica lo ha definito “Il genio dell’arte sulla testa”, una testa elegantissima e preziosa che esalta il luogo dove nasce e si sviluppa la creatività dell’uomo.
A seguire la dott.ssa Cristina Petea, ha affermato:” Nell’arco della mia carriera lavorativa, ho avuto l’opportunità di vedere quanto la Calabria sia ricca di professionalità e bellezza. Il nostro è un lavoro sinergico, senza il quale non potremmo andare da nessuna parte. Stasera abbiamo fortemente voluto Giuseppe Fata, artista di fama internazionale, che rappresenta la bellezza e la creatività”.
Subito dopo, Giuseppe Livoti giornalista e Critico d’Arte, dopo aver rimarcato l’importanza dell’evento che trasforma gli uffici della Banca Mediolanum in luogo della bellezza e dei saperi, ha presentato l’artista.
Giuseppe Fata, parte dall’idea del cappello che diventa scultura.
Il suo itinerario parte dall’immanente e si conclude con il trascendente.
La sua ispirazione nasce dalla conoscenza e dall’osservazione dei capolavori dell’arte italiana.
Sente forte dentro di sé il richiamo della sua terra di origine, la Calabria, e il fascino della Magna Grecia.
Orgogliosamente calabrese, della provincia di Reggio Calabria, il maestro è stato consacrato dalla stampa nazionale come “il genio dell’arte sulla testa” .
Livoti, ha raccontato gli esordi e i traguardi, gli incontri con i grandi nomi del fashion system, da Versace a Valentino, le passerelle di Milano, Parigi e Londra, il cinema, la televisione, lo spettacolo, il teatro, le riviste patinate e la consacrazione in Terra Santa dall’Unesco per le sue opere di arte sacra quando, venne ricevuto dal console di Gerusalemme e dal responsabile della Basilica di Betlemme.
L’opera di Giuseppe Fata è la vera rivoluzione: è slow fashion perché l’arte e la bellezza meritano sempre del tempo per essere osservate, comprese e vissute.
Ora il sogno di Giuseppe Fata è quello di creare una realtà museale, dove si potrà far vedere che le sue teste sculture sono frutto di un concetto, in fondo le sculture di Fata sono “teste pensanti” che destano stupore e meraviglia.
Infine Giuseppe Fata, non senza emozione, ha ricordato il suo percorso artistico.
“Sognavo di realizzare qualcosa di unico, volevo emergere con qualcosa che mi identificasse. Ho lavorato nel silenzio, sempre supportato dalla mia famiglia”.
Fata si è poi soffermato sul “Progetto Simulacrum”.
“Io non vesto di nero perché lavoro nella moda, vesto di nero perché quando ero bambino frequentavo assiduamente la parrocchia, facevo anche il chierichetto, e nella nostra chiesa c’era una Madonna che ho amato e amo tantissimo, che ho spesso vestito e pettinato e a cui feci voto”.
Un cammino di arte e fede dove sono coinvolte tante personalità.
Infine Fata si è soffermato sul suo amore per la Calabria e per l’arte in tutte le sue sfaccettature.
Caterina Sorbara