17 dicembre 2024 – Nell’ambito della vigilanza “A.L.T. caporalato D.U.E.”, presso i campi agricoli della
Piana di Gioia Tauro, gli Ispettori del lavoro, gli Ispettori tecnici e i Carabinieri del Nucleo Ispettorato
del lavoro di Reggio Calabria, in squadre rafforzate da personale ispettivo di altri Ispettorati
territoriali e coadiuvate dai mediatori culturali dell’O.I.M., hanno controllato, da martedì 10 a
venerdì 13 dicembre, diciotto aziende agricole.
L’operazione ha reso possibile accertare undici lavoratori in nero, di cui un clandestino e diverse
violazioni alle norme a tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Per le gravi violazioni accertate in materia di lavoro sommerso sono state irrogate numerose “maxi
sanzioni” per un importo totale di 39.600 euro, oltre alla sospensione delle attività imprenditoriali
per due aziende coinvolte e l’applicazione delle sanzioni aggiuntive pari ad 5.000 euro, con riserva
di possibili ulteriori sanzioni per violazioni anche documentali al vaglio degli ispettori.
Le verifiche hanno condotto anche al riscontro di reati in materia di salute e sicurezza sul lavoro, con
le conseguenti sanzioni penali per un ammontare di 19.500 euro e il deferimento dei responsabili
alla competente Procura della Repubblica.
Si è, altresì, proceduto con la comunicazione all’Autorità giudiziaria della notizia di reato carico del
datore di lavoro che impiegava un lavoratore straniero sprovvisto del permesso di soggiorno.
Lavoro nero e lavoro insicuro sono strettamente connessi: il lavoro sommerso è un lavoro privo delle
necessarie visite mediche per valutare l’idoneità alla mansione, dove mancano la formazione anche
più elementare, specie quella sull’uso delle macchine ed attrezzature pericolose e la consegna dei
dispositivi per la protezione individuale, quali scarpe idonee, occhiali e caschi protettivi e guanti
resistenti ai tagli.