



San Cammillo De Lellis è il santo dei poveri, dei malati e degli emarginati.
Nacque a Bucchiànico(Chieti) il 25 maggio del 1550.
Camillo dimostrò sin da bambino, un carattere non facile e così il padre decise di farlo arruolare nell’esercito spagnolo all’età di tredici anni.
Conobbe così la vita dura dei soldati e il gioco d’azzardo.
Povero e gravemente ferito ad un piede, nel 1570 si ritirò dalla carriera militare alla ricerca di cure presso l’Ospedale San Giacomo degli Incurabili, a Roma, ed entrò in contatto con l’ordine dei frati Cappuccini che detenevano la gestione dell’ospedale e si adoperavano nella cura e nell’assistenza dei malati.
Questo primo incontro segnò in maniera positiva la personalità di Camillo, ma la conversione religiosa avvenne in seguito, quando fu accolto dai frati Cappuccini di San Giovanni Rotondo in Puglia.
Tornato nuovamente al San Giacomo a causa della piaga mai guarita, maturò definitivamente la sua vocazione assistenziale e divenne cappuccino nel 1575. Sette anni dopo diede vita alla “Compagnia dei Ministri degli Infermi” assieme ad altri cinque discepoli e nel 1586 la compagnia venne riconosciuta a tutti gli effetti come l’ordine religioso dei “Chierici Regolari Ministri degli Infermi”, o più comunemente come Camilliani. Camillo de Lellis prestò servizio anche nell’Ospedale di Santo Spirito in Sassia, a Roma, dove vi morì il 14 luglio 1614.
Ebbene, la reliquia del “Cuore di San Camillo” sabato 1 marzo è stata accolta a Gioia Tauro, presso la parrocchia Sant’Ippolito Martire, guidata da Don Antonio Scordo, unica tappa in Calabria.
Ieri sera si è svolta la solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta da S.E. il Vescovo Mons. Giuseppe Alberti.
Presenti, oltre Don Antonio Scordo e numerosi fedeli, giunti anche dai paesi viciniori; il sindaco di Gioia Tauro avv. Simona Scarcella e la sua Amministrazione, padre Salvatore Pontillo, il Ministro Provinciale Fratel Carlo Mangione, medici e operatori sanitari.
Grande emozione e gioia sono state espresse dal sindaco avv. Simona Scarcella, che ha sottolineato la grandissima valenza spirituale della presenza in città della reliquia.
Caterina Sorbara