

CORIGLIANO-ROSSANO (Cs), venerdì 25 aprile 2025 – Siamo cresciuti in un paradigma culturale in cui la cultura è stata spesso un costo, possibilmente per nobili progetti ma sempre a un costo. In
questo caso la cultura, nello specifico la tutela di questo patrimonio vernacolare, di un patrimonio senza architetti, di un patrimonio povero o minore in concerto col suo paesaggio, ha già portato a
conseguenze manifestamente economiche per il territorio locale. Un progetto culturale e di economia sociale da riproporre in tanti luoghi storici abbandonati o quasi che, per quantità e
tipologia, solamente l’Italia può offrire. Forse siamo un Paese che ha perso competitività in molti settori ma sul nostro patrimonio storico e su questo specifico patrimonio storico non sempre
considerato come tale, nessun altro Paese ci può fare concorrenza.
AL TEATRO PAOLELLA EVENTO PROMOSSO DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE
È, questo, uno dei passaggi chiave della visione e della militanza di Daniele Kihlgren che sabato 26
aprile, nel Teatro Paolella, nel Centro Storico di Rossano, alle ore 17.30, sarà protagonista assoluto
di uno speciale-evento intervista, di portata nazionale. Promossa dall’Amministrazione Comunale di
Corigliano-Rossano in partnership con la storica associazione europea Otto Torri sullo Jonio e con il
patrocinio della Presidenza del Consiglio Regionale, la manifestazione è finalizzata a contribuire a
raccontare ed a misurare i 30 anni dall’avvio dell’esperimento di recupero del patrimonio minore
attraverso un’idea di ricettività diffusa applicato nel piccolo borgo all’epoca a rischio estinzione, di
Santo Stefano di Sessanio, in provincia de L’Aquila in Abbruzzo, oggi diffusamente considerato un
modello di successo replicabile in Italia, soprattutto al Sud.
CON LENIN MONTESANTO E GIUSEPPE BRINDISI ZONA BIANCA (MEDIASET)
Ad intervistare Kihlgren saranno Lenin Montesanto, ideatore del progetto regionale dei Marcatori
Identitari Distintivi (MID) per Calabria Straordinaria e Giuseppe Brindisi, vicedirettore della testata
VideoNews e soprattutto volto noto al grande pubblico, in particolar modo quello che segue con
fedeltà i programmi Mediaset; giornalista e conduttore di telegiornale, che nel corso della propria
carriera ha alternato anche incarichi come speaker radiofonico e presentatore; passato da Canale 5
a Rete 4 dove oggi conduce Zona Bianca IL SINDACO FLAVIO STASI PRESENTERÀ ALBERGO DIFFUSO NEI DUE CENTRI STORICI Nel corso dell’evento verrà anche presentato il progetto di albergo diffuso nei due centri storici di Corigliano-Rossano attraverso gli interventi di Salvatore Tavernise, Presidente della Commissione consiliare Strategie e Integrazione e del Sindaco Flavio Stasi.
IN ITALIA I DA 2000 A 6000 BORGHI ABBANDONATI CHE DIVENTERANNO RUDERI
In tutto il Paese – ricorda Kihlgren – sono stati calcolati da 2000 a 6000 borghi completamente
abbandonati che tra 50 anni saranno un ammasso di ruderi, quelli semi-abbandonati sono di un
numero logaritmicamente maggiore, ma solitamente hanno qualche detrattore architettonico e
qualche edificio della modernità. Tutta questa architettura vernacolare o povera o minore è
abbastanza assimilabile almeno all’interno di una singola regione geografica e il vero e solo valore
aggiunto culturale, estetico e quindi economico di questi borghi è la mancanza dei detrattori
architettonici della modernità che ne abbiano violato l’integrità dal dopoguerra ad oggi.
PER AREE INTERNE QUEL MODELLO DOVREBBE ESSERE IL PIÙ COMPETITIVO
Ecco perché – aggiunge – se il modello sperimentato a Santo Stefano di Sessanio dovesse
prendere piede, vista l’enorme quantità di siti potenziali, una maggiore offerta dovrebbe limitare il
fenomeno della sovraesposizione turistica (overtourism) che, per quanto reversibile, arriva anche
in queste lande marginali, almeno in alta stagione, con la conseguente decadenza dell’accoglienza
turistica e di tutti i suoi prodotti, dal cibo all’artigianato. Per le aree interne, quel modello di
sviluppo dovrebbe essere il più competitivo.
KIHLGREN: COSÌ SI AUTO-SELEZIONERÀ IL TURISMO PIÙ INTERESSANTE
Se poi – prosegue – si affronteranno con il massimo impegno possibile le varie declinazioni del
complesso concetto di identità, si auto-selezionerà il turismo più interessante. La replicabilità di
questo progetto è verosimile. – Mentre le consuete strutture turistiche tradizionali sono spesso
“capital intensive”, con costi elevati di avvio e gestione, e molte destinazioni turistiche famose
convivono con uno scarso ritorno per la popolazione locale, i borghi rappresentano un modello
completamente diverso. Qui, la struttura media si compone di poche stanze (generalmente tra 4 e
8) ed è spesso già di proprietà familiare o di un parente emigrato, riducendo significativamente i
costi iniziali. – Gli investimenti necessari per restaurare e adattare questo genere di proprietà alla
ricettività turistica sono solitamente accessibili alla maggior parte delle famiglie italiane. Inoltre,
esistono opportunità di finanziamento pubblico, attraverso programmi regionali, nazionali o
europei, che in alcuni casi possono coprire fino al 50% dei costi dell’investimento.
ECONOMIE LOCALI, SI DEMOCRATIZZA ACCESSO AD IMPRENDITORIA TURISTICA
Questo modello – conclude Daniele Kihlgren – non solo democratizza l’accesso all’imprenditoria
turistica, ma favorisce anche lo sviluppo di economie locali più equilibrate. Le strutture a gestione
familiare tendono a reinvestire nel territorio, promuovendo un turismo più sostenibile e attento alla
comunità, evitando così il fenomeno del “tourism leakage” (drenaggio economico), tipico delle
grandi catene alberghiere. Di conseguenza, i borghi possono diventare un volano di sviluppo
economico per le aree interne, garantendo al contempo la tutela del patrimonio e il miglioramento
della qualità della vita per la popolazione residente. – Fonte: LENIN MONTESANTO
COMUNICAZIONE & LOBBYING/ROKA PRODUZIONI – Comunicazione Istituzionale/Strategica –
Lenin Montesanto Comunicazione & Lobbying)