Don Puglisi nato il 15 settembre 1937, fu ucciso il giorno del suo compleanno, il 15 settembre 1993.
I sicari mafiosi lo aspettavano sotto la porta di casa, mentre stava rincasando, gli spararono alla nuca, e lui spiazzò i suoi aguzzini con un sorriso. A Brancaccio era parroco della parrocchia san Gaetano da circa tre anni, controllata dal clan mafioso dei Graviano, che aveva le mani in pasta anche nella festa del patrono. La sua missione era oltre le mura della chiesa, con i ragazzi, con gli anziani, prossimo ai poveri, nel tentativo di liberare Brancaccio dalla cappa mafiosa. L’omicidio del prete palermitano scosse la chiesa, perché la mafia non aveva mai osato toccare i preti e i religiosi.
Il Serra Club Oppido Mamertina-Palmi presieduto dalla dott.ssa Lucia Ioculano, ha organizzato un convegno su questa straordinaria figura: ” Padre Pino Puglisi: Annunciatore della Speranza”.
L’evento si è svolto a Palmi, presso il Salone San Pio X della Concattedrale e si è aperto con i saluti della Presidente del Club dott.ssa Lucia Ioculano, che dopo aver ringraziato don Domenico Loiacono per l’accoglienza, ha presentato il Serra Club, movimento internazionale laicale al servizio della Chiesa sorto in America, il cui scopo è di sostenere le vocazioni al sacerdozio ministeriale ed alla vita religiosa consacrata mediante la preghiera, l’amicizia ed ogni altra attività.
Subito dopo Mons. Giuseppe Alberti vescovo della Diocesi Oppido Mamertina-Palmi, nonché cappellano del Club, ha affermato:” E’ il Signore a guidare la storia. Sono felice di essere presente all’evento del Serra Club. Lo Spirito Santo è un grande dono per la Chiesa e la presenza del Club Serra in questa Diocesi è un segno importante, in particolare per l’attenzione e la vicinanza ai seminaristi ed ai sacerdoti”.
Mons. Alberti, si è poi soffermato sul progetto educativo di don Pino Puglisi che ha accompagnato tutto il suo impegno di vita, di uomo e di sacerdote.
Mons. Alberti ha sottolineato che la presenza di Maria lo Presti, amica e collaboratrice di don Puglisi è un valore aggiunto.
Infine ha ringraziato don Leonardo Manuli che, oltre ad essere un ottimo sacerdote è un fecondo scrittore e il lavoro su Padre Puglisi ha un altissimo valore, perché la figura del sacerdote di Brancaccio oggi è più che mai attuale.
Dopo i saluti di Don Domenico Loiacono Parroco della Concattedrale; Maria Lo Presti Vice Presidente alle Comunicazioni del Club, non senza emozione, ha incantato tutti con la sua testimonianza: “Padre Puglisi, la profezia del seme nascosto”.
La prof.ssa Lo Presti ha sottolineato che il sorriso era l’espressione della sua persona e non è mai mancato nemmeno al momento della sua morte.
Il killer , disse che il sorriso di don Puglisi non lo avrebbe mai dimenticato.
Nel suo lungo excursus, la prof.ssa Lo Presti si è soffermata sull’impegno di don Puglisi a Godrano e a Brancaccio.
Una vita dedicata al prossimo, in particolare ai giovani. Fu anche un eccellente insegnante di religione.
Aveva la straordinaria capacità di coinvolgere tutti e spesso preparava insieme alle famiglie momenti di preghiera. Sapeva ascoltare anche per ore.
La madre di don Puglisi diceva :”io prego che sia un prete santo e povero”. Lui era davvero così.
Dopo la toccante testimonianza della Prof.ssa Lo Presti, Caterina Sorbara Vice Presidente alla Comunicazioni del Club, ha dialogato con Don Leonardo Manuli autore del libro “Padre Pino Puglisi Il Prete Abusivo A Trent’anni Dalla Sua Morte(1993-2023) .
Don Leonardo Manuli, parroco di San Procopio, già nel 2019, aveva dedicato al parroco martire di Brancaccio, periferia palermitana, il libro dal titolo “La follia del sorriso”.
Don Leonardo ha raccontato la genesi dell’opera e la sua ammirazione per don Puglisi.
Don Manuli ha sottolineato:” Di Puglisi il rischio è di farne un santino o una reliquia da baciare e poi dimenticare il cuore della sua vita e della sua missione. Attenzione!
Davanti alle difficoltà e alle ostilità della mafia, non ha cercato i riflettori, senza compromessi, grande osservatore, ha denunciato l’ingiustizia, camminando per la strada, nelle omelie e nelle catechesi, nei cenacoli di preghiera per liberare dalla schiavitù mortifera della rassegnazione e della mentalità mafiosa.
Quella sera per Padre Puglisi era stata l’ultima, terminata con un sorriso, aveva già perdonato i suoi assassini, la sua gente aveva smesso di sognare con la sua tragica morte. Quel Parrino dalle orecchie grandi, dal comportamento semplice, con le sue catechesi sferzanti, dagli occhi profondi, rimarranno impresse nei cuori di chi l’ha conosciuto e di chi è rimasto colpito della sua testimonianza, che c’è anche una chiesa che si spende per gli altri senza stare sotto i riflettori”.
L’evento si è concluso con l’intervento della presidente Ioculano, che ha ringraziato i relatori per le splendide testimonianze.
Caterina Sorbara