ROMA – È cominciata ufficialmente la festa del 16° Memorial Romano Scotti, quest’anno eccezionalmente in un’area tanto cara ai romani, ovvero a due passi dal Santuario del Divino Amore: l’aria di ciclocross si respira a pieni polmoni sui 7 ettari collinari del My Fly Zone, il Bike Park sito in via Castel di Leva, sui quali nelle scorse ore ingenti quantità d’acqua sono piovute dal cielo a rendere impegnativo ed esigente il percorso ideato dall’ASD Romano Scotti. Questo pomeriggio, con l’apertura della segreteria e delle prove ufficiali sul percorso si sono cominciate a vedere le prime biciclette far capolino sulle pendenti rampe del tracciato, diviso a metà tra l’azzurro dell’erba (che presto diventerà marrone fango) e l’azzurro di un cielo temporaneamente clemente. Domani si comincerà alle 9 con la prima gara (divisa in due partenze per via dell’elevato numero dei cicloamatori) per un evento dalle molteplici anime. Non solo si ricorderà per la 16esima volta Romano Scotti, ma l’occasione sarà ghiotta per l’assegnazione delle maglie del 2° Giro delle Regioni Ciclocross, del Lazio Cross Trofeo Romano Scotti GM Sport (con premiazione finale di entrambi i circuiti), del campionato provinciale Roma e del campionato regionale Lazio per la categoria “Esordienti 1° anno”, sia maschili che femminili.
IL PERCORSO – Impegnativo ed esigente, il tracciato disegnato dall’ASD Romano Scotti si caratterizza per le colline, da scalare e ridiscendere, uno scenario ideale per la rifinitura della preparazione, in particolare in caso di pioggia, che può rendere insidiosi i tornanti e scivolosa l’erba. Numerosi i colpi d’occhio per il pubblico, che dalla sommità delle colline può godere di un paesaggio degno di una Coppa del Mondo. Il 16° Memorial Romano Scotti, che si disputerà nel MyFlyZone Bike Park, è ospitato nel più vasto comprensorio della Cooperativa Agricoltura Nuova, che ha accolto la carovana del GRC e la famiglia Scotti in un ambiente che guarda lontano, esattamente come lo spirito dell’ASD Romano Scotti. Azienda agricola specializzata nel settore del dinamico e del biodinamico, «nasce nel 1977 per iniziativa di un gruppo di giovani disoccupati, braccianti e contadini con due obiettivi principali – spiega Carlo Patacconi a nome dei soci –Creare occupazione in agricoltura e impedire la edificazione di un vasto comprensorio di elevato pregio ambientale, anticipando i tempi (la legge che istituiva le cooperative sociali è arrivata solo nel 1991, ndr) e aprendo le porte a persone diversamente abili, con inserimenti lavorativi che oggi rappresentano il primo scopo di tutte le cooperative sociali. Con una vasta produzione agricola di qualità, unitamente ad attività di allevamento sostenibile, la Cooperativa Agricoltura Nuova, che attua oggi i metodi biologico e biodinamico, ha scelto di rivolgersi direttamente ai consumatori, senza passare dai grossisti e dalla grande distribuzione, producendo alimenti sani e genuini secondo la tradizione e nel rispetto dell’ambiente. Da una agricoltura “chimica” ad una agricoltura biologica che salvaguardi contemporaneamente la salute dei consumatori e dei produttori».( VIDEO)