Il sindaco Falcomatà: «Fu tra i primi a parlare della necessità che dalla Calabria partisse una riscossa di carattere morale. Questa intitolazione sia fonte di ispirazione per chi decide di percorrere una strada al servizio delle istituzioni»
È stata intitolata a Luigi Aliquò Lenzi, scrittore, giornalista e meridionalista la strada di fronte alla biblioteca comunale “De Nava”. Alla cerimonia erano presenti il sindaco Giuseppe Falcomatà, il presidente della Commissione comunale toponomastica Domenico Cappellano e tanti familiari e discendenti dell’illustre reggino. È stata la pronipote Daniela a ricordare bre-vemente i tratti più salienti della vita di Luigi Aliquò Lenzi, vissuto tra il 1875 e il 1944 a Reg-gio, dove ha ricoperto l’importante ruolo di direttore della biblioteca comunale, intessendo rapporti anche con Giuseppe De Nava. «C’è una storia che ci lega a doppio filo, nello studio di casa ci sono diversi suoi scritti – ha spiegato il sindaco – mio papà ha studiato molto la figura di Aliquò Lenzi, sia nel periodo in cui ha insegnato, sia quando ha amministrato la città, come consigliere e poi come sindaco. Cer-chiamo, con le intitolazioni, grazie al lavoro della commissione toponomastica, di recuperare la memoria delle persone che nella loro vita, con il loro impegno, nella cultura, nel giornali-smo, nelle professioni hanno lasciato una traccia indelebile nella nostra città con una testi-monianza di amore. E in questa attività cerchiamo anche di individuare delle aree che raccon-tino questa testimonianza nella consapevolezza che è il nome che fa la via e non viceversa, nella consapevolezza che ci sono dei luoghi che hanno un’anima e una vocazione naturale. Era già in qualche modo inevitabile che questo luogo fisico, davanti alla biblioteca comunale, portasse il nome di Luigi Aliquò Lenzi proprio per la presenza, per la simbiosi con Giuseppe De Nava».
Il sindaco si è poi soffermato su un altro aspetto della vita del reggino. «Aliquò – ha aggiunto – è stato giornalista come ce ne sarebbero bisogno tanti ancora oggi. C’è una frase che mi ha colpito leggendo qualche suo scritto: l’idea cioè che il giornalismo rappresenti un bene supe-riore a tutto, alle persone e ai personalismi, l’idea che attraverso il giornalismo si renda un servizio al territorio, alle città, alle persone. Un giornalismo libero da pregiudizi, da valutazio-ni poco imparziali, libero da ciò che non lo rende bene supremo a disposizione delle collettivi-tà, rendendo, di fatto, il mestiere e il ruolo del giornalista come una sorta di bene comune. Luigi Aliquò – ha aggiunto il sindaco – è stato anche un grande meridionalista, forse tra i primi, considerato il periodo. Egli parlò dell’importanza e della necessità che dalla Calabria partisse una riscossa di carattere morale, prima ancora degli investimenti nelle strutture, nei trasporti. Il riscatto deve essere qualcosa di immateriale, di morale, di interno a noi, un moto in-teriore, in un momento in cui dire queste cose aveva un significato ancora maggiore. Lui rifiutò anche di dirigere il Secolo, salvaguardò la propria libertà di giornalista in un momento in cui questo poteva significare mettere a repentaglio la propria vita, ma senza mai subordinare il valore estremo della libertà di giornalista ad altro. Lo ricordiamo fisicamente con questa targa – ha concluso il primo cittadino – intitolandogli questa via, ne ricordiamo l’esempio, siamo convinti che quest’intitolazione possa essere fonte di ispirazione per chi decide di percorrere una strada al servizio delle istituzioni, del territorio e credo che così possiamo resti-tuire una parte piccolissima di tutto quello che lui ha fatto per la nostra città».