Prosegue a ritmo spedito il progetto di creazione di un welfare penitenziario, ideato oltre un anno fa dalla Garante comunale dei diritti delle persone private della libertà personale, l’avvocato Giovanna Russo. Nella giornata di ieri, a Palazzo San Giorgio, l’incontro con i sindacati di polizia penitenziaria (Daniela Iiriti e Fabio Viglianti per il SiNaPPe, Maurizio e Silvio Policaro per l’OSAPP e Massimo Musarella per l’USPP) per trattare temi di particolare interesse relativi ai due istituti penitenziari insistenti sul territorio reggino. I rappresentanti sindacali, in uno spirito di piena collaborazione e condivisione con l’indirizzo offerto dalla Garante, hanno inteso cristallizzare i lavori del tavolo all’interno di un documento permanente, finalizzato al raggiungimento di obiettivi comuni volti a garantire sicurezza e trattamento, non trascurando il fondamentale valore del corpo di polizia penitenziaria. La proposta della garante Russo, antesignana in tal senso nel “pianeta carceri”, è stata pienamente accolta dalle parti che si sono impegnate nella redazione “a più mani” del primo Protocollo G2P. «Un documento d’intenti chiari e trasparenti per rendere gli istituti penitenziari una “casa di vetro”», ha commentato l’avvocato Russo, citando un’espressione dalla stessa coniata. «Un luogo in cui sia finalmente visibile l’operato della polizia penitenziaria – ha proseguito la Garante – e se ne possa dare valore proprio in virtù di quell’imprescindibile dialogo in trasparenza e lealtà istituzionale. La polizia penitenziaria, dunque, non solo quale garante della legge, dell’ordine e della sicurezza, ma fondamentale presidio al fine di restituire “cittadini consapevoli” alla società».
I sindacati hanno confermato, nel corso dell’incontro, gli intenti ed anche i risultati già da diverso tempo perseguiti dall’ambizioso progetto portato avanti dall’ufficio del garante comunale. Un esempio per tutti è rappresentato dai risultati raggiunti nell’ambito della sanità penitenziaria, il cui nuovo modello ha saputo mettere in rete e far dialogare tutte le istituzioni interessate. Un tavolo tecnico operativo che ha portato Arghillà a una profonda revisione organizzativa. Nel pomeriggio di ieri, inoltre, si è discusso anche di “formazione del personale, costruzione di un sistema di rete per la migliore risoluzione di problematiche ataviche che incidono in modo diretto sul territorio libero e non”. La volontà espressa dall’avvocato Russo è quella di «rendere l’ufficio del garante comunale sempre più di prossimità, di studio e di conoscenza delle problematiche che affliggono le carceri e si ripercuotono sui detenuti in primis, ma anche sulla qualità della vita della polizia penitenziaria. Molto dovrà essere fatto – ha concluso l’avvocato Russo – e il compito è arduo. Ma l’incontro ha l’ambizione di creare un modello virtuoso, che sia d’ispirazione per finalità cui tutti dovranno concorrere. Una filosofia che tende a costruire una società migliore, garante dei diritti di tutti, seguendo gli irrinunciabili passi e sacrifici dei tanti uomini e donne della giustizia».
L’Ufficio stampa