La Solitudine dell’autunno, arriva alle prime luci dell’alba, come un fantasma che non concede requie.
Danza nell’aria fredda del mattino, e mi racconta storie del tempo che fu e che non ritornerà più.
La solitudine dell’autunno, pungola il mio cuore, tedia la mia anima, arriva dal passato: inimitabile, inconfondibile, uguale, stessi profumi, stessa magia intessuta di attesa.
Saudade. Mi è stato consigliato di lasciare andare il passato e vivere esclusivamente nel presente, purtroppo non ci riesco.
Il passato è un’ape dispettosa, tenti di allontanarla, ma lei testarda ed insidiosa ritorna.
Il passato profuma d’autunno, tantissimi autunni abitati dalla speranza: i sogni si sarebbero realizzati.
L’amore, un velo di pizzo francese, un bouquet di zagara e rose.
La casa dipinta di sole, una culla, profumo di borotalco, non sarebbe mancato l’amore.
Sognavo una principessa graziosa e gentile, sognavo, mentre stormi di rondini solcavano il cielo e le foglie ingiallite formavano un tappeto d’oro su cui cadevano le noci.
La fiumara cantava nel suo eterno divenire.
Al borgo natio, nell’aria si sentiva l’odore del mosto, dei funghi, delle noci, delle zucche e dei broccoletti.
Chiudo gli occhi e rivedo la ragazza innamorata con l’abitino fucsia e i lunghi e fluenti capelli neri, passeggiare tra gli ulivi, mentre la nobile campana annunciava il tramonto.
Il vento scompigliava i capelli della ragazza e lei danzava inseguendo le foglie gialle che volavano insieme ai sogni. Come vorrei rivederla la ragazza!
Ricordo indossava un abito fucsia. Chissà se ricorda ancora i battiti del suo cuore, se ricorda ancora l’amore. La solitudine dell’autunno, arriva ovunque mi trovi : l’ho vista sui tetti di San Marco Argentano, a Sellia Superiore, a Portici su un tappeto di foglie dorate, a Mammola, sullo Zomaro e sul Sant’Elia,lungo la strada della Ferrandina, sulla siepe di rosso vestita e ad Amato mentre le colombe tubano sui tetti consunti dal tempo. Sul balcone della casa di Geolia, sento la sua voce che arriva dal cuore degli ulivi, mi arrivano ancora le lacrime della ragazza, stavolta vestita con un abito color ottanio, le scarpette nere di velluto e l’anello d’oro con un cuore azzurro.
Era autunno a Roma. Se si legge Roma all’incontrario è amor. Mi arrivano le lacrime della ragazza, è un’anima senza pace incastrata tra questa vita e l’altra .
La solitudine dell’autunno riporta alle mie nari l’odore dei crisantemi e della cera dei “cirogini”
Torna il ricordo dei “Morticedi” , uguale agli amori perduti , in fondo la fine di un amore è un lutto, è un dolore che non passa nemmeno dopo il funerale. I “Morticedi” tornano per accarezzare il cuore .
Baci di vento, abbracci senza tempo. Era bello l’amore! Cos’è oggi l’amore?
E’ la solitudine dell’autunno, è il passato senza futuro.
E’ una principessina che piange sul lago del tempo, è una sposa fantasma che danza nel vento, è un abito da sposa rimasto invenduto.
La solitudine dell’autunno è l’abbaiare dei cani che ancora mi spaventa , è una civetta che piange tra gli ulivi; ma è anche Selene, magica fata vestita d’oro, la sua luce illumina le danze degli elfi, dei folletti e delle fate con le scarpine d’argento.
La solitudine dell’autunno ancora oggi mi avvolge, annego la mia anima nell’oro delle foglie e adorno i miei capelli con il rosso della siepe, cerco tra gli ulivi la ragazza con l’abito fucsia, ma non tornerà più, nonostante io vorrei incontrarla ancora.
Caterina Sorbara